Ne sappiamo tanto quanto ne sapevamo prima di leggerla, cioè nulla. Kierkegaard guarda quindi anzitutto all’angoscia del nulla, dell’indeterminatezza, della libertà, che prende e assale l’individuo nel momento della decisione (del salto qualitativo), quando egli sta per scegliere tra una molteplicità innumerevole di possibilità e, quindi, per fissarsi, per darsi una figura e un’identità precisa e concreta, decidendo cosa fare di se stesso (dato che egli non è ancora quello … Uma hermenêutica literalista, em que o contexto da revelação (contido no ḥadīṭ) é definido como parte do sentido literal do texto revelado (o Alcorão), é o mecanismo que pretende salvaguardar das contingências da razão humana a relação do salafismo com o passado. L’angoscia esistenziale dell’uomo moderno _ Søren Aabye Kierkegaard. Tuttavia, non avendo definito né cosa sia la nostra coscienza, né cosa sia, guardandola nel suo complesso, la “situazione”, ci troviamo in una situazione paradossale, come chi crede di aver capito e non ha capito, o come chi si trova a contare le singole foglie, ma gli sfugge la visione del bosco che sta attraversando. Aggrappato al presente, perché impossibilitato a decidere con una qualche ombra di speranza per la propria determinazione futura, l'esistente singolo finisce però di mancare la presa pure di se stesso: il suo stesso essere è infatti nel procedere e, senza procedere, scompare. Templates Framework official website. Diciamo: “adesso”, ma dovremmo dire”un attimo fa”, perché, quando lo pensiamo, mentre lo stiamo dicendo, è già passato, svanito chissà dove. Kierkegaard invece sottolinea con forza appunto una prospettiva incentrata sulla persona, che si caratterizza per la possibilità di scelta libera, e di scelta tra alternative inconciliabili. Ha scritto il filosofo Remo Cantoni nel suo saggio «Kierkegaard e la vita etica» (prefazione a: Sören Kierkegaard, «Aut-aut»; traduzione dal danese di K. M. Guldbrandsen e R. Cantoni, Milano, Mondadori, 1956, 1975, pp. Interessante também é pensar o sistema da ciência de Hegel e de como sua influência fez com que tanto Schopenhauer e Kierkegaard estivessem tão próximos um do outro. Realistico, per la cultura moderna, è giudicare le cose secondo la loro apparenza: naturalmente questo non è realismo, è semplicemente la rinuncia al pensiero, perché l’esercizio del pensiero consiste appunto nel tentar di penetrare oltre l’apparenza delle cose, verso la loro essenza: per descrivere le cose come appaiono, è più che sufficiente una macchina fotografica. The mechanism that is aimed at safeguarding the relation of salafism to the past from the contingencies of human reason is a literalist hermeneutics where the context of revelation (that lies in the ḥadīṭ) is defined as part of the literal meaning of the revealed text (the Qur‟an). Según Kierkegaard, la modernidad ofrece muchos ejemplos de ello: “En este aspecto ofrece la Edad Moderna un ancho campo de observación. the Open University Non esistendo, il presente e l’istante non possono essere cifra dell’eterno, ma se l’attimo non può rinviare all’eterno, “l’eterno, invece, è il presente”: è il presente nel senso che non conosce la successione, il passaggio, aspetti costanti, come si è visto, della temporalità: “Se si pensa l’eterno, esso è il presente come la successione tolta, mentre invece il tempo era la successione che passa” (94-95). La verità è un po’ diversa. ... in un dramma assolutamente personale, in cui ne va del proprio destino eterno. Il falegname, ad esempio, si fida delle proprie conoscenze a proposito del legno, e, finché si resta su quel terreno, non accetta di prendere lezioni da nessuno, e non ammette che qualcuno gli venga a dire alcuna cosa che sia in contrasto con la sua esperienza; tuttavia, per tutto il resto, compresa l’origine degli alberi, della vegetazione terrestre, del mondo vivente, sa di non sapere e non si arroga la facoltà di esprimere giudizi su quel che non conosce. L’attimo è solo la parodia dell’eterno: il vero ed unico presente è l’eternitÃ. Risiede in questo equivoco, dice più oltre il filosofo, “l’imperfezione della vita sensuale”. Kierkegaard, Søren Aabye (Danimarca, 1813 – 1855) ... in un eterno presente. O amore eterno, che sei presente dappertutto e mai stai senza testimonianza dove Ti s’invoca, che Tu non resti senza testimonianza in ciò che qui si dirà dell’amore o degli atti dell’amore. In questa luce, a che l’attimo recupera la sua vera pienezza: dopo averne negato la tangibile verità, Kierkegaard giunge ad ammettere il suo coincidere con l’eterno, poiché scrive: “L’attimo, in fondo, non è l’atomo del tempo, ma l’atomo dell’eternità; è il primo riflesso dell’eternità nel tempo, il suo promo tentativo, per così dire, di fermare il tempo”. O tempo e a eternidade expressam dois termos opostos que S. Kierkegaard propõe como elementos constitutivos do sujeito singular existente1. A partir de seu ponto de vista, o espírito humano se configura como a síntese dialética de um tempo contido pelo eterno e de uma eternidade aberta para o temporal como futuro sempre possível de uma ação. Porque según la opinión de Kierkegaard, el hombre lleva en sí algo más que no será satisfecho por una vida sensual. Ma il punto è: dove siamo, quando pensiamo, o diciamo, di essere “qui”? Kierkegaard afirma, em Migalhas Filosóficas, que o discípulo contemporâneo não possui vantagem em termos de fé em relação ao discípulo de segunda mão. Con La enfermedad mortal Kierkegaard continúa y profundiza su anterior El concepto de la angustia. Ha osservato il linguista e francesista Lionello Sozzi (Lecce, 12 agosto 1930-Torino, 25 settembre 2014) nel suo saggio Vivere nel presente. Utilizou conceitos como vontade de potência, morte de Deus, eterno retorno, afirmação da vida e além-do-homem.Grande parte de suas obras foram escritas na forma de aforismos, fragmentos que sintetizam ideias e conceitos com poucas palavras, mas também utilizava metáforas, reflexões livres e ironia. Nella stessa opera Kierkegaard scrive: “O dunque esiste un paradosso per il quale l’individuo è, come tale, in un rapporto assoluto con l’Assoluto; oppure Abramo è perduto”. Non gli basterebbe una vita intera. Porém, dada a importância do histórico para o salafismo, o crente actual encontra-se numa posição desfavorável. Per attimo si intende allora l’astrazione dall’eterno, la quale, se dev’essere il presente, è la parodia dell’eterno” ((ibid.). Siamo, nostro malgrado, anche cittadini dell’eternità; solo che tendiamo a scordarcene. El desgraciado está siempre ausente de sí mismo, nunca íntimamente presente” [5] . Che cos’è, infatti, il “qui”, se non la sensazione di esserci? Por isso, não existe a possibilidade de uma interpretação actual do Alcorão: o passado ideal não é meramente histórico; é projectado na eternidade, e, desta forma, torna-se uma realidade sempre-presente.Abstract: Salafism is a word used to name a plurality of currents within Islam along history, but also in present times. A fé salafista, ao contrário do que se observa em Abraão de Temor e Tremor de Kierkegaard, apresenta um carácter epistemológico, isto é, importa que esses textos sejam reconhecidos como históricos. La verità è che non basta contare le foglie una ad una, o classificarle e catalogarle in bell’ordine entro un erbario: bisogna interpretare quelle singole informazioni per giungere ad una visione olistica del reale, cioè fare una operazione ermeneutica. Salafist faith, contrariwise to what is patent in Abraham in Fear and Trembling by S. Kierkegaard, presents an epistemological character, i.e. Per Kierkegaard, come per i grandi teologi del Medioevo, esistono due distinti piani di realtà, quello del finito e quello dell’infinito: relativo il primo, assoluto il secondo. Pasta blanda: 176 páginas Editor: TROTTA; Edición: 2008 (11 de noviembre de 2008) Idioma: Español ISBN-10: 8481649821 ISBN-13: 978-8481649826 Dimensiones del paquete: 22.6 x 14.4 x 1.2 cm Peso del envío: 281 g Opiniones de los clientes: 5.0 de 5 estrellas 1 calificación de un cliente Clasificación en los más vendidos de Amazon: nº76,182 en Libros (Ver el Top 100 en Libros) Se c’è una cosa che non esiste, è proprio l’istante; e se c’è una cosa che non si capisce che luogo sia, è proprio il “qui”. Adottando un punto di vista realistico, il pensiero moderno pensa di aver finalmente aderito alle cose, a differenza del pensiero medievale, che era “solo” il riflesso di un’idea; invece, guardando le cose da vicino, ci si accorge che esse, di per sé, non hanno alcuna informazione da darci, tranne l’utilità pratica e immediata di poter riconoscere la connessione che esiste tra la nostra coscienza e la situazione concreta in cui ci troviamo. CORE is a not-for-profit service delivered by Request. Lappropriazione richiede dunque un salto dall’immanenza. Por isso, não existe a possibilidade de uma interpretação actual do Alcorão: o passado ideal não é meramente histórico; é projectado na eternidade, e, desta forma, torna-se uma realidade sempre-presente.Abstract: Salafism is a word used to name a plurality of currents within Islam along history, but also in present times. ... Esta repugnancia hacia el vulgo, hacia el hombre vulgar, es un elemento presente en la filosofía desde sus mismos orígenes. Il filosofo moderno che ha colto meglio di tutti il carattere illusorio del “presente”, inteso in senso realistico, e cioè temporale, è stato Kierkegaard; a lui, viceversa, va il merito di aver mostrato come il “vero” presente non sia quello dell’adesso, ma quello dell’eternità, perché ad esso solamente spetta la qualifica di tempo assoluto, che noi, solitamente (ed erroneamente) attribuiamo all’adesso. - Søren Aabye Kierkegaard E non c’è hic et nunc al mondo che ce ne possa dispensare. Kierkegaard - Ebook written by Søren Kierkegaard. Quella che prima era sembrata una parodia, ora sembra definirsi in termini di ambiguo e forse sofferto tentativo: “L’attimo è quell’ambiguità nella quale il tempo e l’eternità si toccano” (97-99). Al presente se habla con suma frecuencia de lo eterno; se le rechaza y se le admite; pero tanto lo primero como lo último revelan la falta de intimidad (a saber, con respecto al modo en que sucede). In realtà, i pensatori moderni che tentano di far passare il “realismo” come la visione “giusta” del reale, in contrapposizione alla visione “mitica”, o “fantastica”, o addirittura “alienata”, non sanno letteralmente di che stiano parlando; non hanno mai riflettuto che “realismo” non è una clavis universalis, ma una espressione generica, un contenitore nel quale ciascuno può deporre quel che gli pare; e che, se per “realismo” essi intendono l’attitudine a collocare le cose, e anche il punto di vista sulle cose, nell’hic et nunc, allora non c’è niente di più evanescente ed illusorio di siffatto “realismo”, perché “qui” e “ora” non sono concetti ai quali corrisponda una realtà concreta e immediata, ma semplici astrazioni. La filosofia esige costantemente un di più, esige l’eterno, il vero, al cui confronto persino l’esistenza più pura rimane, in quanto tale, l’attimo felice. Allora Dio è il … Ecco, questa è una immagine abbastanza efficace dell’inganno che si cela nell’atteggiamento realistico e pragmatico. Giulia Longo, Kierkegaard, Nietzsche: eternità dell'istante, istantaneità dell'eterno, Milano, Mimesis Edizioni, 2007. L’unica realtà in cui l’individuo esiste è nel legame inscindibile, ontologico, con il divino. È come quelle indicazioni topografiche, lungo i sentieri naturalistici, sulle quali si legge: VOI SIETE QUI, con una bella freccia accanto. Tese de mestrado, Teoria da Literatura, Universidade de Lisboa, Faculdade de Letras, 2013“Salafismo” é um termo que designa uma pluralidade de correntes dentro do Islão, tanto historicamente como no presente. Vi è una differenza assoluta fra uomo e Dio, perché l’uomo pensa, mentre Dio crea, l’uomo esiste e Dio è eterno. By lacapannadelsilenzio; 05/05/2017; 1 commento «Nessuno al mondo è in grado di dirti perché esisti, ma visto che sei qui, lavora per dare un senso alla tua esistenza». Eterno presente A salvação que Ele nos deu Não vem de nós, é dom de Deus Ajuda-me Refaça os meus caminhos Confio em Ti, faz Tua obra em mim. Para Kierkegaard, por lo tanto, sin paradoja no hay esencia. Request. Yet, one can identify a common core in these currents. Dio è in noi, viene dall'interno dentro di noi, fa eco Kierkegaard. 26-28): La verità è che non basta contare le foglie una ad una, o classificarle e catalogarle in bell’ordine entro un erbario: bisogna interpretare quelle singole informazioni per giungere ad una visione olistica del reale, cioè fare una operazione ermeneutica. Segundo Kierkegaard … Kierkegaard evidenzia insomma due presenti: un presente che è astrazione perché l’attimo in realtà non esiste essendo il tempo un continuo fluire e perché è legato, come si è visto, all’”imperfezione della vita sensuale”, ed un presente che invece assorbe un sé tutti i tempi e coincide, pertanto, con la vera eternità. Come non si può afferrare l’attimo, non si può nemmeno definire il ”qui”, perché manca la determinazione essenziale, cioè rispetto a che cosa noi diciamo: “qui”. Read this book using Google Play Books app on your PC, android, iOS devices. Al contrario di quello che pensa Socrate, per Kierkegaard il Singolo è fuori della verità. Firenze, 1942, p. 32), ma poi chiarisce che nel tempo quale usualmente viene suddiviso il presente praticamente non esiste: “appunto perché ogni momento, così’ come la somma dei momenti, è un processo, un passare, nessun momento è presente; e perciò nel tempo non è né un presente, né un passato, né un futuro” (ib., 93). THE PRESENT CONCEPT OF ANGST OF KIERKEGAARD ... faz do homem um “eterno viajante” em busca de sentido para sua vida, para construir uma existência autêntica. Ecco, questa è una immagine abbastanza efficace dell’inganno che si cela nell’atteggiamento realistico e pragmatico. - La verità è in noi, non viene dal di fuori, replica Nietzsche. Non gli basterebbe una vita intera. Che cosa vuol dire? Søren Kierkegaard (1813-1855) ... Don Giovanni vive in una sorta di eterno presente senza né memoria né speranze. L’uomo, infatti, nella cultura moderna, è percepito essenzialmente come un essere, In realtà, i pensatori moderni che tentano di far passare il “realismo” come la visione “giusta” del reale, in contrapposizione alla visione “mitica”, o “fantastica”, o addirittura “alienata”, non sanno letteralmente di che stiano parlando; non hanno mai riflettuto che “realismo” non è una, È curioso. Se noi leggiamo l’attimo in senso finito e relativo, esso non esiste, puramente e semplicemente: è assenza, perché, come diceva Eraclito, “tutto scorre” e nulla permane; se lo leggiamo in senso infinito e assoluto, allora esso non solo esiste, ma è il presente, il “vero” presente, che dura per sempre perché non ha durata (e non perché la sua durata si prolunghi indefinitamente). E che cosa intendiamo, quando diciamo “ora”, se non l’attimo presente; e che cosa è l’attimo presente, se non un’astrazione? Para Kierkegaard, esta ironia como negatividade infinita absoluta é o eterno, isto é, a constituição máxima do real enquanto explicação dele mesmo. Unamuno, Nietzsche y Kierkegaard. and Jisc. Quanti milioni di foglie dovrà contare, prima di rendersi conto che si trova in un bosco? Quando un individuo ha smesso di servire il tempo (= confronto e consenso nei simili), puт uscire dallo spazio- tempo e cogliere l'irruzione dell'eterno ed и arrivato alla malattia mortale. L’esistenza separa pensiero ed essere. Pero, como observa enseguida Kierkegaard… Ora, per Kierkegaard la vita è scelta, quindi è decisione: noi dobbiamo scegliere nel tempo, ma, contemporaneamente, scegliamo anche nell’eternità, perché le cose finite non sono che lo specchio e il riflesso della realtà infinita. Nessuna persona di “buon senso”, specialmente se abituata alla vita pratica e a giudicare le cose per quello che sono, scambierebbe mai il modo in cui si presentano, cioè la loro apparenza, per la “vera” immagine della realtà. 342-343): Affermato, e questa volta su base hegeliana, il concetto di una temporalità come passaggio e mutamento e richiamato, per converso, quanto Platone dice dell’attimo nel “Parmenide”, Kierkegaard ad un tempo nega l’attimo e ne dichiara il valore assoluto, vede nell’uomo “una sintesi del temporale e dell’eterno” (“Il concetto dell’angoscia”, tr. L’idea che il realismo sia più vicino alla realtà di qualunque altro atteggiamento speculativo nasce da una proiezione ideologica di quei pensatori che credono di essere più vicini al vero assumendo il punto di vista dell’uomo comune, dell’uomo della strada, laddove non si accorgono che non esiste alcun “uomo comune”, ma esistono sempre e solo individui particolari,  e nessun “uomo della strada”, ma sempre e solo persone differenziate, le quali, per il fatto di vedere le cose con immediatezza, non pretendono affatto di aver compreso la realtà meglio dei pensatori di professione, ma semplicemente di sapere quel che c’è da sapere nel loro limitato e specifico ambito d’azione. Tutte le cose che sono oggetto della nostra esperienza e della nostra riflessione soggiacciono a questa duplice lettura e manifestano questo duplice significato. Kierkegaard ammette che, se la chiamata del dio di Abramo fosse giunta a lui, sarebbe salito sul Monte Moriah e avrebbe sacrificato il suo unico figlio: ma lo avrebbe fatto con infinita rassegnazione, sulla base del fatto che Dio è amore ma, nella sfera del temporale, non vi è un linguaggio comune tra Lui e noi. Ecco perché la nostra vita è terribilmente seria, più seria di quanto l’uomo, Accademia adriatica di filosofia "Nuova Italia" -, YJSimpleGrid Joomla! Nevertheless, given the relevance of the historical for salafism, the present day believer sees himself in disadvantage. Eppure, vi sono valide ragioni per sospettare che il pensiero moderno, anche in questo caso, come in tanti altri, si sia completamente sbagliato e abbia costruito una serie di castelli in aria, senza saper riconoscere e valutare le cose per ciò che sono, ma imponendo loro la sua tipica sovrastruttura ideologica. Kierkegaard evidenzia insomma due presenti: un presente che è astrazione perché l’attimo in realtà non esiste essendo il tempo un continuo fluire e perché è legato, come si è visto, all’”imperfezione della vita sensuale”, ed un presente che invece assorbe un sé tutti i tempi e coincide, pertanto, con la vera eternità. Kierkegaard nei diari definisce questo episodio del 1838, quando aveva 25 anni, come il grande terremoto della sua vita che gli fece sentire un senso di colpa e di punizione eterno ed inevitabile. Tuttavia, non avendo definito né cosa sia la nostra coscienza, né cosa sia, guardandola nel suo complesso, la “situazione”, ci troviamo in una situazione paradossale, come chi crede di aver capito e non ha capito, o come chi si trova a contare le singole foglie, ma gli sfugge la visione del bosco che sta attraversando. Identifica-se, contudo, um núcleo comum a estas correntes que consiste no desejo de restaurar um passado ideal, narrado num corpus de textos – a que se dá o nome de sunna ou ḥadīṭ. È talmente sconvolto che nemmeno nei diari racconta questo grave peccato del padre e rimarrà un segreto e un mistero che nessuno è riuscito a scoprire. Questa è la parodia dell’eterno” (ib., 95). Quanti milioni di foglie dovrà contare, prima di rendersi conto che si trova in un bosco? Nel presente contributo il giovane Caiano (aka Destiny Kid) introduce il lettore alla questione della forma (o del mondo che dir si voglia) fornendo una riflessione aderente alla prospettiva severiniana, per cui essa non è da distinguersi dalla sostanza. El hombre está hecho de partes diversas y opuestas. Discover our research outputs and cite our work. È curioso. Ma il rapporto di Dio con noi è verità - nostra verità! Dopo aver letto il libro In vino veritas di Søren Kierkegaard ti invitiamo a lasciarci una Recensione qui sotto: sarà utile agli utenti che non abbiano ancora letto questo libro e che vogliano avere delle opinioni altrui. Noi, infatti, siamo cittadini di un duplice ordine di realtà; abbiamo, per così dire, la doppia cittadinanza, del mondo naturale e contingente, e, allo stesso tempo, del mondo soprannaturale e assoluto. Ecco perché la nostra vita è terribilmente seria, più seria di quanto l’uomo moderno solitamente pensi: perché ogni scelta che compiamo nella sfera del relativo, si riflette e si proietta nella dimensione dell’eternità. Caminhando estou para casa O meu lar eternal Nova Jerusalém, cidade santa Com ruas de ouro e um coro celestial Ali não haverá mais morte ou dor Que alegria! Kierkegaard ritorna a parlare di parodia poco più avanti, a proposito dell’attimo visto a volte, per le sue apparenti implicazioni di pienezza assoluta e di totale appagamento, come intuizione dell’eterno;: la vita che si svolge nel tempo non ha nessun presente e quindi l’attimo (questo ci pare che Kierkegaard voglia dire), vissuto, assaporato e goduto come suprema estasi, in realtà non  che la parodia di un’eternità raggiunta solo in apparenza: “Il tempo […] è la successione infinita; la vita che è nel tempo ed è soltanto nel tempo, on ha nessun presente. La vera eternità, il suo coincidere col vero presente, sono ben altra cosa. ISBN 88-8483-507-0 ( DA ) Jens Staubrand, Søren Kierkegaards Sygdom og Død , København 2009 ISBN 978-87-92510-04-4 Tuttavia, se non si è in grado di dare una latitudine e una longitudine, cioè di individuare sul terreno la zona in cui ci si trova, quella informazione, VOI SIETE QUI, assume una sfumatura beffarda. Sì, risponde Kierkegaard, e lo diventa sempre di più, quanto più noi abbiamo a che fare con Lui. it matters that the texts in question are recognized as historical texts. Il “qui” del sogno che abbiamo fatto questa notte, a che luogo corrisponde? Lo eterno designa también lo presente, que no tiene ningún pa - sado, ni futuro, pero esta es la perfección de la eternidad” (165-166). The relevance of Kierkegaard's concept of anxiety is an attempt to demonstrate how the Danish philosopher Soren Kierkegaard learned to realize socio-cultural transformations of his time. Per capire Kierkegaard, bisogna sempre ricordare che, fra tutti i pensatori del tempo moderno, egli è il più lontano, il più estraneo, il più refrattario allo spirito della modernità (che pur conosce assai bene), e dunque alla concezione storicista del pensiero moderno. La civiltà moderna si fonda sul mito del progresso, quindi sulla spinta verso il futuro; allo stesso tempo, essa è permeata di scientismo, e al centro di ogni scientismo vi è una concezione del reale che tende ad accreditare se stessa come quanto mai “realistica”. de Kierkegaard] Gabriel Leiva Rubio – Andrea Leskova – Alexey I. Prokopyev – Dmitriy V. Miroshkin – Elena V. Kamneva DOI: 10.18355/XL.2020.13.03.07 Abstract The present text sets out to determine the relationships between the concepts of despair and selfhood in Søren Kierkegaard… Non possiamo afferrarlo: ogni volta che ci proviamo (lo notava già sant’Agostino), ci sfugge. Le cose sono quelle che sono a seconda da quale prospettiva le si consideri, se da quella del finito e del relativo, oppure da quella dell’infinito e dell’eterno. To submit an update or takedown request for this paper, please submit an Update/Correction/Removal Hence, there is no possibility of a present day interpretation of the Qur‟an: the ideal past is not merely historical – it is projected in eternity and this way it becomes a reality that is always-present. Eppure, dire che noi viviamo “qui e ora” fa sempre un certo effetto sulle menti superficiali, perché sembra accordarsi con quel realismo che noi tendiamo ad attribuire alla vita immediata e non riflessa, al solido senso comune, contrapposto alle congetture e alle aeree speculazioni dei filosofi. In Philosophical Fragments, Kierkegaard states that the contemporary disciple does not hold any advantage in what concerns faith, when put in parallel with the disciple in second hand. Él es una síntesis de cuerpo y espíritu, de temporal y eterno, de finito e infinito, de necesidad y … Download for offline reading, highlight, bookmark or take notes while you read Kierkegaard. Concordiamo, ma non riusciamo a scorgere alcuna contraddizione nel pensiero di Kiergegaard sul presente, quanto all’ambiguità dell’attimo, perché essa dipenda dal duplice, possibile punto di vista da cui lo si considera. Update/Correction/Removal Kierkegaard si и sempre definito uno scrittore religioso. L’uomo, infatti, nella cultura moderna, è percepito essenzialmente come un essere storico, immerso nel tempo e dal tempo plasmato: riflesso, evidentemente, della più ampia mentalità evoluzionista, secondo la quale tutti gli esseri viventi non sono che le diverse manifestazioni dell’unico fenomeno “vita”, attraverso le sue modificazioni nel tempo (e nello spazio). Pertanto, l’ambiguità non risiede né nel pensiero di Kiekegaard, e neanche nelle cose in sé, ma nella coscienza che le percepisce e che non sa decidersi su quale piano collocare la propria lettura. La tendenza caratteristica del pensiero moderno, o almeno del suo filone principale, è quella di considerare l’attimo, il presente, come la vera realtà temporale con la quale deve confrontarsi l’esistenza dell’uomo, mentre l’eternità non sarebbe che un’astrazione, se non addirittura una pia leggenda, alimentata dalle religioni per alienare gli uomini dalla vita “vera”.