Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. Mostrasi sì piacente a chi la mira, Ella si va, sentendosi laudare, 6. benignamente d’umiltà vestuta; 7. e par che sia una cosa venuta 8. da cielo in terra a miracol mostrare. Questo schema metrico, che ricorre anche in altre rime della Vita nuova [G6b, G10], presenta nelle quartine una serrata omofonia tra le rime, mentre nelle terzine vede succedersi tre versi privi di rima, che vengono poi specularmente riproposti dalla seconda terzina; tra le due rime in C sono interposti ben quattro versi. Tanto gentile tanto onesta pare è un sonetto pubblicato nel capitolo XXVI della Vita Nuova, opera di Dante Alighieri. Mostrasi sì piacente a chi la mira, Si colloca in questo capitolo della Vita nova la più alta e insieme la più diligente definizione di Beatrice, rappresentata con mirabile sintesi nel sonetto Tanto gentile e … 9. Condividi questa lezione. Mostrasi si' piacente a chi la mira, Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. 3 Abbiamo già incontrato questo problema in Agostino [A1] e in O iubelo del core di Jacopone da Todi [C4]. A volte dorme, e dormo pure io. Dante and Beatrice duet Dante Alighieri (actor Gigi Proietti) discusses with Beatrice (Eleonora Brigliadori) a new version for the sonnet "Tanto gentile e tanto onesta pare", the manifesto of Italian Stil Novo. ( La centralità del miracolo Giuseppe Esposito Letteratura Italiana Analisi (metrica, contestualizzazione, parafrasi) del sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare” (dalla Vita Nova XXVI) di Dante Alighieri Fig. This page lists all recordings of Sonetto di Dante: ‘Tanto gentile e tanto onesta pare’ by Amilcare Ponchielli (1834-86). Il sonetto è una composizione poetica che appartiene alla poesia lirica di stile elevato. Mostrasi sì piacente a chi la mira Mostrasi sì piacente a chi la mira, Ed è allora ch e ac ca de. Tanto gentile e tanto onesta pare. Perché “Tanto gentile e tanto onesta pare” è un testo fondamentale della “Vita Nova”? Tanto gentile e tanto onesta pare è l’incipit di uno dei più noti sonetti di Dante Alighieri, che si trova nella Vita nova. figurarono personaggi provenienti dalle più differenti tradizioni politiche e culturali: socialista, repubblicana, anarchica, nazionalista, liberale, monarchica, combattentistica, idealista, futurista, cattolica etc. Commento della poesia Tanto gentile e tanto onesta pare di Dante Alighieri La poesia Tanto gentili e tanto onesta pare, scritta da Dante Alighieri è una chiara lode alla donna amata dal poeta che viene resa un modello di bellezza, amore e comportamento. Tanto gentile e tanto onesta pare “Tanto gentile e tanto onesta pare” è il titolo dal primo verso del sonetto di Dante Alighieri tratto dalla “Vita Nuova”. la donna mia, quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua devèn, tremando, muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. Tanto gentile e tanto onesta pare «Tanto gentile e tanto onesta pare. c) la definizione della sua natura miracolosa (vv. Nell’ordine si incontrano: The 8-minute-long episode was broadcast on Italian RAI-TV in 1985. Essi si soffermano dapprima sulla concentrazione interiore (sottolineata dal riflessivo «si» premesso al verbo di moto «va», v. 5) e sull’atteggiamento di «umiltà» con cui la donna accoglie la venerazione da lei suscitata (v. 6). la vostra canzone d'amore: la persona amata come viene descritta? Tanto gentile e tanto onesta pare La donna mia quand’ella altrui saluta, ch'ogne lingua devèn tremando muta, e li occhi no l'ardiscon di guardare. La frequenza delle proposizioni consecutive e la loro posizione strategica (all’inizio della prima quartina e all’inizio della prima terzina) non sembrano causali. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta, e par che sia una cosa venuta da cielo in … Ella si va, sentendosi laudare, 6. benignamente d’umiltà vestuta; 7. e par che sia una cosa venuta 8. da cielo in terra a miracol mostrare. Tanto gentile e tanto onesta pare “Tanto gentile e tanto onesta pare” è il titolo dal primo verso del sonetto di Dante Alighieri tratto dalla “Vita Nuova”. TANTO GENTIL E TANTO ONESTA PARE Tanto gentil e tanto onesta pare la donna mia quand'ella altrui saluta, ch'ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l'ardiscon di guardare. 3-4, che descrivono gli effetti del passaggio di Beatrice in forma esclusivamente negativa (con il mutismo di «ogne lingua» e con l’impossibilità per gli occhi di guardare), trasportando la figura della donna in una dimensione superiore a quella umana. 1. Qualche tempo dopo il presagio della morte di Beatrice, Dante la vede preceduta da Giovanna, detta Primavera per la sua bellezza. Abbiamo, anche in questo caso, due quinte costituite dalle reazioni dei contemplanti, tra le quali si inquadra la scena centrale, relativa a Beatrice, al suo atteggiamento interiore, alla sua natura miracolosa. "Tanto gentile e tanto onesta pare" di Dante: analisi e commento. ), Febbraio: eventi storici, santi e ricorrenze, Figure retoriche: Tanto gentile e tanto onesta pare. Siamo, evidentemente, molto al di là dei contenuti della tradizionale lirica amorosa: nella poesia di Dante l’amore per Beatrice si presenta con accenti che possono far pensare alla francescana lode di Dio attraverso le creature [C4]). Seguiamo Contini nella spiegazione di alcune tra queste parole «essenziali»: Tanto gentile e tanto onesta pare, la poesia. Contrariamente a quanto di solito avviene nella Vita nuova, Dante non fa seguire a questo sonetto alcuna “divisione”, affermando che si tratta di un testo facile, «piano ad intendere». Tanto gentile e tanto onesta pare, sintesi. VV., Studi in onore di Italo Siciliano, Firenze, 1967. Si può però osservare che il tema dei sospiri, certamente tradizionale, è presentato nella Vita nuova in una luce diversa dal consueto. Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua devèn tremando muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta, 4 e li occhi no l’ardiscon di guardare. Nella prima quartina sono presenti due di queste proposizioni tra loro coordinate («ch’ogne lingua deven tremando muta / e li occhi no l’ardiscon di guardare, vv. Tanto gentile e tanto onesta pare. Mostrasi sì piacente a chi la mira, «Il poeta – nota a questo proposito Vittore Branca4 – vede in una creatura eccellente, ma sensibile, lo specchio di Dio e ne celebra le lodi. Quest’opera, la prima unitaria dello scrittore, composta tra 1292 e il 1294, è un prosimetro, cioè un componimento in cui si alternano parti in prosa e parti in versi. Beatrice insomma, ci spiega Contini, appare «gentile» ed «onesta» in quanto lo è veramente. Tanto gentile e tanto onesta pare 2. la donna mia quand’ella altrui saluta, 3. ch’ogne lingua deven tremando muta, 4. e li occhi no l’ardiscon di guardare. conoscete una persona cosi? Perché mette a fuoco alcuni elementi determinanti della poetica dello Stilnovo. Ma il testo affida molti dei suoi effetti all’uso delle proposizioni consecutive. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare 2. Appunto di Italiano con la parafrasi di Tanto gentile e tanto onesta pare, una poesia scritta da Dante, scritta per la donna che lui ha sempre amato: Beatrice. "Tanto gentile e tanto onesta pare" di Dante: analisi e commento. Il sonetto «Tanto gentile e tanto onesta pare» di Dante passa per il tipo di componimento linguisticamente limpido, Riassunto e adattato da G. Contini, Esercizio d’interpretazione sopra un sonetto di Dante [1947], in Un’idea di Dante, Einaudi, Torino 1970, pp. da cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi si piacente a chi la mira, Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare 1. A volte gioca, e io sono felice. Ella si va, sentendosi laudare, 5 benignamente d’umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta dal cielo in terra a miracol mostrare. “ Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand'ella altrui saluta, ch' ogne lingua deven tremando muta...” ️ TAGGA UN AMICO/A Livello tematico la donna mia, quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua devèn, tremando, muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. Il testo presenta alcuni enjambements; in due casi (vv. L’inserimento del verbo «par» (di cui si è sopra chiarito il significato) va invece «a vantaggio di una più generale […] partecipazione ed evidenza (uno stato di grazia, il miracolo come sentimento di tutti)». / Ella si va, sentendosi (Foscolo 1997: 82). Alighieri, Dante - Tanto gentil e tanto onesta pare Piccolo commento sulla poesia di Dante.Tratto dalla Vita Nova , un esempio dello stilnovismo dantesco il cantante, o vi siete mai innamorati/e di una persona cosi'? da … Tanto gentile e tanto onesta pare. la donna mia, quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua devèn, tremando, muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. Atom Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quando altri saluta, che ogni lingua diventa, tremando, muta e gli occhi non hanno il coraggio di guardarla. 4 Vittore Branca, “Poetica del rinnovamento e tradizione agiografica nella Vita Nuova”, in AA. Non si tratta né di una semplice apparenza né di un’impressione soggettiva del poeta; si tratta invece della manifestazione esterna di una qualità realmente posseduta dalla donna. Lectura Dantis - Carmelo Bene-Torre degli Asinelli, il 31 luglio del 1981- 7-8), presentata stavolta, a differenza di quanto avviene nella prosa, oggettivamente e senza far ricorso alla voce dei contemplanti; Il sonetto presenta la stessa dispositio della prosa che lo precede. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. In una precedente versione del sonetto a v. 7, al posto di «par», era presente il verbo «credo». Fattostà che da un po’ di convivo. Tanto gentile e tanto onesta pare Tanto gentile e tanto onesta pare La donna mia quando altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. Saranno letti o cantati: Donne ch'avete intelletto d'amore, Negli occhi porta la mia donna Amore, Tanto gentile e tanto onesta pare, Deh, peregrini che pensosi andate, Voi che portate la sembianza umile, oltre al V Canto dell' Inferno e ai due canti finali del Purgatorio e del Paradiso. La costruzione sintattica del sonetto è piuttosto lineare, in obbedienza ai dettami dello stile “dolce” che rifugge dai costrutti artificiosi e difficili. In questa sonetto Dante contempla la bellezza assoluta di Beatrice tanto da arrivare a dire: " quando passava per via, le persone correano per vederla". Nel testo del sonetto è presente una costante figura retorica del suono: […] 2 Francesco Agostini, ”Proposizioni”, in Enciclopedia Dantesca, Appendice, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1978, p. 385. Ma il verso 7 ci consente un’altra osservazione, assai importante, sulla natura del miracolo che si origina dal passaggio Beatrice. Verranno pubblicati solo quelli utili a tutti e attinenti al contenuto della pagina. Sonetto con rime incrociate nelle quartine e invertite nelle terzine, secondo lo schema ABBA, ABBA, CDE, EDC. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare 2. 1-2, 12-13) la fine del verso separa il verbo dal soggetto posposto (con effetto di rallentamento del ritmo); ai vv. La metafora «benignamente d’umiltà vestuta», presente anche in Andrea Cappellano e in molti poeti provenzali, contiene un preciso richiamo scritturale: «Induite […] benignitatem, humilitatem, modestiam, patientiam» [«Rivestitevi dunque, […] di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza»] (Paolo, Colossesi, III, 12). Alighieri, Dante - Tanto gentil e tanto onesta pare Piccolo commento sulla poesia di Dante.Tratto dalla Vita Nova , un esempio dello stilnovismo dantesco Leggi anche Tanto gentile e tanto onesta pare: commento TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE: RIASSUNTO E ANALISI - Complessivamente quindi si può affermare che nella prima parte della poesia vi è una descrizione della bellezza interiore della donna. 3-4), anticipate nel primo verso dall’avverbio «tanto», anch’esso ripetuto due volte. 3 Mostrasi… prova: Si manifesta (Mostrasi, che riprende per anadiplosi il «mostrare» di v. 8) talmente bella (piacente) a chiunque la contempla (mira), che attraverso (per) gli occhi dà al cuore una dolcezza che chi non ne ha esperienza (non la prova) non la può comprendere (’ntender no la può). Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Inserito nel capitolo XXVI della Vita Nova, Tanto gentile e tanto onesta pare è indubbiamente uno dei sonetti più celebri non solo del poeta Dante Alighieri, ma di tutta la tradizione lirica italiana. La prima terzina, anch’essa incentrata su due proposizioni consecutive, si conclude di nuovo sull’impossibilità di comunicare la «dolcezza» della visione a chi non ne abbia fatto diretta esperienza. Gli esseri umani (non tutti, ma certo i più degni tra loro) possono ispirare sentimenti che inducono a lodare il creatore. che effetti provoca su di voi una persona cosi'? È uno dei componimenti più conosciuti e più commentati del grande poeta italiano. In questa sonetto Dante contempla la bellezza assoluta di Beatrice tanto da arrivare a dire: " quando passava per via, le persone correano per vederla". 3' Parafrasi Analisi. Si colloca in questo capitolo della Vita nova la più alta e insieme la più diligente definizione di Beatrice, rappresentata con … L’amore per Dio, come ci aveva detto anche la prosa [G13a, 5] può nascere dunque dall’amore per le sue creature. Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand'ella altrui saluta, ch'ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l'ardiscon di guardare. Ella si va, sententosi laudare, benignamente d'umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Limitando la sua affermazione a una convinzione del tutto soggettiva, Dante presentava inizialmente il miracolo «come un’iperbole del sentimento del poeta, non come sentimento di tutti» (De Robertis). Essa sembra assente solo dalla prima terzina; ma questa inizia con una parola che lo stesso significato («Mostrasi»), che riprende (secondo il sistema delle coblas capfinidas) l’ultima parola della seconda quartina. Appare indubbio, infatti, che tra gli iscritti al P.N.F. - «onesta» è un latinismo, ed è sinonimo di «gentile», «nel senso però del decoro esterno»; The two comedians speak a modern Florentine dialect. Mi pare un'onesta perifrasi adesso. - «gentile» significa nobile, ed è «termine […] tecnico del linguaggio cortese»; L’affermazione che Beatrice è venuta in terra «a miracol mostrare» non è insomma una semplice immagine letteraria, bensì la registrazione di una realtà oggettivamente esistente e universalmente riconosciuta. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d'umilta' vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Io non so come quell'anima, che avea in se tanta parte di spirito celeste, abbia potuto sopravvivere in tanto dolore, e fermarsi fra le miserie de' mortali --oh quando s'ama davvero! Il sentimento d’amore, concepito come qualcosa di per sé ineffabile, non viene espresso in forma diretta ma soltanto attraverso l’analisi di alcune reazioni che esso provoca nel “cor gentile” 2». « Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia, quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua devèn, tremando, muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. Livello lessicale, sintattico e stilistico Analisi del testo poetico 1. 9-14). Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta, e par che sia una cosa venuta. Tanto gentile e tanto onesta pare: parafrasi e analisi TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE: FIGURE RETORICHE. Jacopo s'identifica con Petrarca, e l'identificazione va oltre un mero rispetto per la sua poesia. Tanto gentile e tanto onesta pare. Mostrasi sì piacente a chi la mira, Riassunto e adattato da G. Contini, Esercizio d’interpretazione sopra un sonetto di Dante [1947], in Un’idea di Dante, Einaudi, Torino 1970, pp. 2 Ella si va… mostrare: Essa cammina chiusa in se stessa (si va; la presenza del pronome riflessivo «si» indica, come osserva Spitzer, «una beatitudine in sé conchiusa, noncurante dei suoi effetti»), pur sentendosi lodare (sentendosi laudare, proposizione concessiva implicita) atteggiata alla sua interna benevolenza (benignamente d’umiltà vestuta, secondo la parafrasi di Contini; l’avverbio «benignamente» e il sostantivo «umiltà» derivano da due aggettivi, “benigno” e “umile”, che in questo contesto possono considerarsi sinonimi; «vestuta» è sicilianismo), e appare evidente (par) che sia una creatura (cosa, termine che richiama il latino causa nel significato filosofico di causa efficiente) discesa dal cielo alla terra per rappresentare in concreto la potenza divina (miracol mostrare, secondo la parafrasi di Contini). Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta 8 da cielo in terra a miracol mostrare. Ne deriva un effetto di sospensione del movimento che accentua il clima di miracolo. Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare 1. Il mese di Febbraio  è il secondo dei 12 mesi dell'anno secondo il calendario gregoriano ed è costituito da 28 giorni (29 negli anni b... Similitudine: vv .7-8: “e par che sia una cosa venuta/da cielo in terra a miracol mostrare”, Commenti sul post 4, 7, 12) determina un effetto di accumulazione che conferisce al testo il ritmo lento tipico della contemplazione estatica. L’oggettività del miracolo Endiadi:” vv 1-2: “Tanto gentile e tanto onesta pare” Iperboli: vv .3-4-: ”ch’ogne lingua deven tremando muta,(da considerarsi come una metafora iperbolica)/e li occhi no l’ardiscon di guardare.” Metafora: v. 6: “d’umiltà vestuta” Similitudine: vv .7-8: “e par che sia una cosa venuta/da cielo in terra a miracol mostrare” b) l’atteggiamento di concentrazione interiore e di «umiltà» della donna (vv. Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta. Tuttavia, risulta un grave errore interpretativo tanto … 3' Parafrasi Analisi. Il problema ahinoi delle società sportive che hanno vinto poco o nulla è che c'è gente che deve pure andare a copincollare l'imprescindibile ruolo che essa ha nella formazione morale e sportiva dei giovani della città. Dante Alighieri (actor Gigi Proietti) discusses with Beatrice (Eleonora Brigliadori) a new version for the sonnet "Tanto gentile e tanto onesta pare", the manifesto of Italian Stil Novo. a) gli effetti che il passaggio della donna produce nel cuore di chi la contempla (vv. la donna mia, quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua devèn, tremando, muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. 1-4); Tanto gentile tanto onesta pare è un sonetto pubblicato nel capitolo XXVI della Vita Nuova, opera di Dante Alighieri. L’ultima terzina è la più vicina alla tradizione della poesia cortese e stilnovistica, cui deve sicuramente la teatralizzazione della realtà interiore rappresentata tramite il consueto motivo degli spiriti. 5-6); Abbastanza bene, grazie. Per commentare utilizzate un account Google/Gmail. Si notino le allitterazioni in v («mova», «soave») e in s («spirito»-«soave»-«sospira»). descrizione fisica o della personalità? Tanto gentile e tanto onesta pare / la donna mia quand'ella altrui saluta, / ch'ogne lingua deven tremando muta / e li occhi no l'ardiscon di guardare. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d'umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Tanto gentile e tanto onesta pare. Inserito nel capitolo XXVI della Vita Nova, Tanto gentile e tanto onesta pare è indubbiamente uno dei sonetti più celebri non solo del poeta Dante Alighieri, ma di tutta la tradizione lirica italiana. Il sonetto è una composizione poetica che appartiene alla poesia lirica di stile elevato. Vede cioè in Beatrice non certo Dio o Cristo ma soltanto, secondo il linguaggio allora corrente, uno “speculum Christi”; come deve essere ogni uomo, come è in effetti ogni santo. Le proposizioni consecutive: una sintassi dell’ineffabile View Academics in Tanto Gentile E Tanto Onesta Pare on Academia.edu. Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta, e gli occhi no l’ardiscon di guardare. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta, e par che sia una … Gianfranco Contini, uno dei più autorevoli filologi italiani, ha però dimostrato come per un lettore moderno l’apparente facilità del testo rappresenti un’insidia: il sonetto «passa per il tipo di componimento linguisticamente limpido, che non richiede spiegazioni, che potrebbe “essere stato scritto ieri”; e si può dire invece che non ci sia parola, almeno delle essenziali, che abbia mantenuto nella lingua moderna il valore dell’originale1». Tanto gentile e tanto onesta pare. Perché è stato ripreso da molti autori dopo Alighieri. Endiadi:” vv 1-2: “Tanto gentile e tanto onesta pare” Iperboli: vv .3-4-: ”ch’ogne lingua deven tremando muta,(da considerarsi come una metafora iperbolica)/e li occhi no l’ardiscon di guardare.” Metafora: v. 6: “d’umiltà vestuta” Similitudine: vv .7-8: “e par che sia una cosa venuta/da cielo in terra a … Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua devèn tremando muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. Tanto gentile e tanto onesta pare è un sonetto di Dante Alighieri contenuto nel XXVI capitolo[1] della Vita Nova. Anche nella prosa che precede, del resto, il tema del miracolo occupava una posizione centrale e assumeva la stessa dimensione collettiva. la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta, E li occhi no l’ardiscon di guardare. Che cos’è un sonetto? A volte sogna. Un lessico facile o difficile? Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. 21-26. 4. 2 la donna mia, quand’ella altrui saluta, 3 ch’ogne lingua deven tremando muta, 4 e gli occhi no l’ardiscon di guardare. - «cosa» ha un significato molto diverso dall’italiano attuale: «oggi – spiega Contini – una cosa è sotto il livello ontologico della persona (una donna può diventare per abnegazione la cosa dell’amante, strumento, oggetto senz’autonomia)». chi sono i soggetti della canzone? The two comedians speak a modern Florentine dialect. Che cos’è un sonetto? Mostrasi sì piacente a chi la mira,