Un giorno in pretura La resa dei conti, Processo Uva (II) ItaliaSt 2017/1864 min. Una lezione che, secondo Bigioggero, Uva si sarebbe ‘meritato’ perché si vantava di avere avuto una relazione con la moglie del carabiniere. Successivamente l'inchiesta fu tolta ad Abate e affidata al sostituto procuratore generale Felice Isnardi (in quel momento procuratore capo facente funzioni di Varese), che all'udienza preliminare chiese il proscioglimento di tutti gli imputati da tutte le accuse per insussistenza dei fatti[10]. Giuseppe Uva ieri l’avete ucciso per la terza vostra”. Giuseppe Uva: agenti a processo. Era la notte del 14 giugno 2008, quando Uva cercava di spostare dal centro di Varese alcune transenne, assieme all’amico Albero Biggiogero. inchieste. Giuseppe Uva, artigiano di Varese di 43 anni, venne fermato la notte del 14 giugno 2008 insieme ad un suo amico, Alberto Biggiogero, mentre i due (in stato di ebbrezza e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti) stavano schiamazzando e spostando delle transenne nel centro di Varese[6]. La Procura generale di Milano, tramite il magistrato Massimo Gaballo, fece appello chiedendo la condanna degli imputati, sostenendo che le azioni messe in atto dagli agenti dalla «violenta e ingiusta durata» avrebbero causato la morte della vittima innestandosi in una preesistente patologia cardiaca, chiedendo la condanna per omicidio preterintenzionale e sequestro di persona aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale[1][2]. A seguito di questo, il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ordinò un'ispezione per cercare di fare luce su «una vicenda particolarmente dolorosa, tuttora con punti oscuri che devono essere chiariti, e rispetto ai quali non si è ancora pervenuti a una risposta giudiziaria convincente». La ricostruzione della vicenda giudiziaria per la morte dell'artigiano varesino avvenuta nel giugno 2008 Condividi. La sorella di Giuseppe Uva, Lucia, ritenendo che il fratello avesse subito delle violenze, presentò un esposto alla Procura di Varese che portò a processo i due carabinieri e i sei poliziotti[2]. Una prima inchiesta vide indagato lo psichiatra Carlo Fraticelli, accusato di omicidio colposo. Un giorno in pretura La notte dei lupi, Processo Uva (I) ItaliaSt 2017/1867 min. Caso Giuseppe Uva, una nuova speranza: la Corte Europea accoglie il ricorso. Giuseppe Uva viene ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Circolo. Lacrime e spumante per la sorella Lucia. Il giudice per le indagini preliminari rigettò la richiesta di archiviazione con cui il procuratore Agostino Abate aveva chiuso le indagini sulla morte: il presidente della commissione Diritti umani del Senato, Luigi Manconi, si interessò alla vicenda appoggiando la tesi della sorella della vittima, affermando che «non esagerava nel denunciare, quasi da sola, le responsabilità di chi non aveva nemmeno voluto ascoltare un testimone oculare». Attimi di tensione in aula dopo la sentenza. Il pubblico ministero, Daniela Borgonovo, aveva chiesto l'assoluzione per tutti gli imputati dall'accusa di arresto illegale perché il fatto non costituisce reato e dagli altri capi di imputazione perché il fatto non sussiste, spiegando: «Non ci sono in tutta la vicenda, dunque, comportamenti illegali che possano fondare una responsabilità penale degli imputati. Furono indagati altri due medici, Matteo Catenazzi ed Enrica Finazzi, entrambi prosciolti rispettivamente in udienza preliminare e con il rito abbreviato[9]. "Tutti questi anni di battaglie, di giornali, non servono a niente perché le vostre sentenze erano già scritte. Il giudice Orazio Muscato, estensore della sentenza, riassume in un dispositivo di sessanta pagine le fasi salienti nelle quali si è articolato questo difficile e interminabile processo. Varese, estate 2008: due amici passano una serata come tante in un bar, chiacchere e qualche drink. Processo. Giuseppe Uva "Nessun riscontro di violenza fisica su Giuseppe Uva": le motivazioni dell'assoluzione di poliziotti e carabinieri. Da quel 14 giugno la sorella di Giuseppe, Lucia Uva, chiede con tutte le sue forze che venga fatta chiarezza sulla morte del fratello. Sicuramente. L'8 luglio 2019 la sentenza è stata confermata in Cassazione[4]. Uno dei medici del pronto soccorso, la dottoressa Enrica Finazzi, raccontò che Giuseppe Uva, rifiutandosi di fare una lastra, le aveva detto di essere stato picchiato dalle forze dell'ordine mentre era in caserma[11], ma quest'affermazione è stata considerata poco credibile per l'accusa, poiché la dottoressa non l'aveva riferita né agli inquirenti né ai colleghi, e poiché non risultava a referto[11]. Secondo le motivazioni della sentenza, le perizie «consentono di escludere in maniera assoluta la sussistenza di qualsivoglia lesione che abbia determinato o contribuito a determinare il decesso di Giuseppe Uva»[1]. La morte di Giuseppe Uva avvenne il 14 giugno 2008 dopo che, nella notte tra il 13 e il 14 giugno, era stato fermato ubriaco da due carabinieri che lo portarono in caserma, dalla quale venne poi trasferito, per un trattamento sanitario obbligatorio, nell'ospedale di Varese, dove morì la mattina successiva per arresto cardiaco. Una prima inchiesta vide indagato lo psichiatra Carlo Fraticelli, accusato di omicidio colposo. A distanza di mesi dall’assoluzione della Cassazione, le motivazioni di sentenza scritte dai giudici della V sezione penale. Sempre secondo il racconto della guardia medica, Uva iniziò a battere la testa contro il muro e a un certo punto, spingendosi con le proprie gambe, si buttò per terra cadendo sul lato destro, senza che nessuno lo stesse toccando[6]. E rivolgendosi ai giudici: “Voi non mi avete fermata, la mia battaglia a continuerà a Strasburgo”. Tutti i capi d’imputazione escluso l’omicidio preterintenzionale andranno in prescrizione a dicembre 2015. La notte dei lupi, Processo Uva (I) Un processo molto discusso e controverso, celebrato nella Corte d'Assise di Varese. Anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto dopo un fermo dei carabinieri, interviene: “Sono addolorata, come semplice cittadina non ho gli strumenti per comprendere tutto questo ma da cittadina, che ha seguito attivamente il processo Uva fin dai primi istanti, andando ad ogni udienza, posso dire che non dimenticheremo Giuseppe”. Il servizio del Tg3 di sabato 16 gennaio 2016, edizione delle 19.00 Caso Giuseppe Uva, carabinieri e agenti di polizia assolti anche in appello, Caso Uva, assolti in appello i carabinieri e gli agenti di polizia | Sky TG24, Uva, Cucchi, Aldrovandi: tra processi e polemiche | Sky TG24, Morte Uva, Cassazione conferma assoluzione poliziotti e carabinieri | Sky TG24, Viva la sposa, Ascanio Celestini: "Sono stufo di parlare di morti. Medico assolto, si indagherà sui carabinieri, Giuseppe Uva, la corte d'appello assolve lo psichiatra: "Non è stata colpa sua", Caso Uva, pm: "Prosciogliere carabinieri e poliziotti dall'accusa di omicidio", Un giorno in pretura – Processo Uva: la resa dei conti, Caso Uva, assolti carabinieri e poliziotti da accusa di omicidio: "Il fatto non sussiste". Successivamente alternò momenti di agitazione a momenti di tranquillità[6]. Nel motivare l'assoluzione degli imputati dal reato di sequestro di persona i giudici scrissero che Giuseppe Uva, di fronte ai due carabinieri, «aveva da subito reagito alle loro richieste in maniera aggressiva contrariamente a Biggiogero», spiegando che fu necessario l'ammanettamento per portarlo in caserma e aggiungendo che, se avessero voluto picchiarlo come sosteneva l'accusa, non avrebbero chiamato «addirittura in aiuto dei testimoni, per di più nemmeno appartenenti alla medesima Arma»[13]. Processo per la morte di Giuseppe Uva Il testimone chiave del processo, Alberto Biggiogero, cadde più volte in contraddizione: disse che quella sera aveva cenato nell'appartamento di Uva e di avere cucinato[6], ma il padre lo smentì affermando che i due si erano recati nell'abitazione sua e di sua moglie, e avevano cenato lì[11]. Morirà il 14 giugno del 2008, la mattina dopo il suo fermo, intorno alle 11. Il processo in Corte d'assise di Varese iniziò nell'ottobre 2014. Ha raccontato, poi, di aver visto i carabinieri percuoterlo prima di caricarlo in macchina e di averlo sentito urlare ‘ahia’ in c… Le Iene: puntate, servizi e inchieste in onda su Italia1. In udienza sono emersi anche dettagli sui rapporti tra Giuseppe Uva e la sorella Lucia, parte civile nel processo e fervida sostenitrice delle accuse alle forze dell’ordine. Secondo il pg milanese Gaballo la condotta degli imputati sarebbe stata «inequivocabilmente la condizione necessaria» che ha portato alla morte di Uva, mentre nel verdetto di proscioglimento i magistrati di secondo grado scrivevano che non è possibile sostenere il «nesso causale» tra il comportamento di agenti e carabinieri e la morte dell'operaio. Certamente non oltre ogni ragionevole dubbio»[11]. Venne anche ascoltato l'unico testimone, Alberto Biggiogero, che era con Uva quando entrambi la notte del 14 giugno vennero fermati dai carabinieri, che confermò ai magistrati di avere sentito Uva in caserma urlare e chiedere aiuto[1]. Ricordatevi che se aveste svolto bene il vostro lavoro il sig. Di Cucchi ce n’è uno solo, tutti gli altri sono inesistenti. Dopo 12 anni, il caso Giuseppe Uva potrebbe essere davanti a una svolta radicale e ad una prima, anche se parziale, vittoria sul campo. In definitiva non abbiamo trovato prove della responsabilità degli imputati nella morte di Giuseppe Uva, nemmeno per un dubbio ragionevole. In precedenza Alberto Biggiogero era stato ricoverato per esaurimento nervoso e, nel diario clinico, venne scritto che aveva un «evidente tratto manipolatorio e parassitario» che tendeva «a raccontare la versione dei fatti per quello che gli è utile»[6]. I giudici erano chiamati a decidere se accogliere o meno i ricorsi presentati dalla procura generale milanese e dalle parti civili contro la sentenza della Corte d'assise d'appello di Milano che aveva assolto, confermando la sentenza di primo grado, gli imputati accusati di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona aggravato. Accusati di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona, lo scorso 8 luglio la Cassazione assolveva, ricalcando quanto era già stato emesso in primo grado dalla Corte d’Appello, i 6 poliziotti e i 2 carabinieri indagati per la morte di Giuseppe Uva. Un disservizio? Con Mauro Casciari, nel 2016, pochi giorni dopo l’assoluzione di carabinieri e poliziotti in primo grado, avevamo ripercorso la vicenda di Uva parlando con la sorella di Giuseppe, Lucia, come potete vedere nel video qui sotto. Sono state depositate le motivazioni della sentenza di primo grado del processo sulla morte di Giuseppe Uva. Alla vicenda sono dedicati i documentari Viva la sposa di Ascanio Celestini[1][5] e Nei secoli fedele di Adriano Chiarelli. I familiari e gli amici di Giuseppe sono convinti che un uomo di 43 anni, fino a quel momento sano, non può morire se … Tuttavia il Giudice dell'udienza preliminare decise il rinvio a giudizio dei due carabinieri e dei sei poliziotti per «abbandono di incapace, arresto illegale e abuso di autorità»[1][2]. Al termine della requisitoria l'accusa chiese 13 anni di reclusione per i carabinieri, 10 anni e 6 mesi per i poliziotti[1]. Il Pg ha chiesto un nuovo processo per 8 imputati, due carabinieri e sei poliziotti. Processo Giuseppe Uva, tensione in aula dopo la sentenza. Certe cose sicuramente non sono successe. Nel corso delle udienze i parenti di Giuseppe Uva continuarono a sostenere l'ipotesi della morte dovuta al pestaggio, a causa di alcuni lividi[6]. Giuseppe Uva morì in ospedale dopo essere stato portato in caserma. Sono passati quasi 5 anni, e a oggi l’unico processo celebrato è stato contro un medico, accusato di aver somministrato un farmaco sbagliato e di … Per queste ragioni decisero di chiamare una guardia medica, la quale raccontò che arrivato nell'ufficio vide Uva lanciarsi contro di lui e, per precauzione fu ammanettato nuovamente. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 12 feb 2021 alle 13:55. Vuoi denunciare un prepotente? La versione della famiglia Uva “Le vostre sentenze erano già scritte, perché quando non si vuole vedere, non si può vedere”, commenta così su Facebook Lucia Uva dopo la sentenza della Corte di Cassazione che conferma l’assoluzione per i sei poliziotti e due carabinieri per la morte di Giuseppe Uva, operaio di Varese morto il 14 giugno 2008 dopo un fermo dei carabinieri. Familiari: "Maledetti", Processo Uva, le ragioni dell'assoluzione in Appello, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Morte_di_Giuseppe_Uva&oldid=118609044, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Giuseppe Uva, oggi la sentenza della Corte di Cassazione. Il 14 giugno del 2008 muore in ospedale Giuseppe Uva, ricoverato per un trattamento sanitario obbligatorio. Siamo nel gennaio 2016, il procuratore incaricato chiede che gli agenti vengano prosciolti. Questa è la situazione. Registrazione audio integrale dell'udienza di "Processo per la morte di Giuseppe Uva" che si è tenuta venerdì 11 dicembre 2015 a Varese. All'indomani della sentenza, Lucia Uva, con un video su Facebook, parla di "un'Italia vergognosa e una giustizia malata". Sono anni che non avete rispetto della nostra famiglia, infangando i nomi di mia madre e di mio zio“. Una giustizia divina esiste, vergognatevi”. Ho provato a immaginare chi fosse Giuseppe Uva da vivo", Un giorno in pretura – Giuseppe Uva: la notte dei lupi, La morte di Uva senza colpevoli. Il 15 aprile 2016 la Corte d'assise di Varese assolse gli imputati dalle accuse di percosse, abbandono di incapace e omicidio preterintenzionale perché il fatto non sussiste, mentre per il reato di arresto illegale, riqualificato in sequestro di persona, i giudici assolsero i poliziotti per non aver commesso il fatto e i carabinieri perché il fatto non costituisce reato[12]. La sorella di Giuseppe Uva, Lucia, ritenendo che il fratello avesse subito delle violenze, presentò un esposto alla Procura di Varese che portò a processo i due carabinieri e i sei poliziotti. Biggiogero, amico di Giuseppe Uva, fu portato insieme a lui in caserma dai carabinieri la notte del 14 giugno 2008 e divenne il testimone chiave del processo sulla morte del giovane.. Gli imputati raccontarono che, nell'ufficio della caserma, Uva cominciò a dare una forte testata contro l'armadio e lanciò contro gli agenti la scrivania[6]. Intanto, l’avvocato della famiglia Uva, Fabio Ambrosetti, commenta: “Ci rivolgeremo alla Corte europea dei diritti dell’uomo”. Guarda qui sotto il servizio di Mauro Casciari su Giuseppe Uva. La sorella Lucia, inoltre, ha sostenuto che Uva avesse il sedere sporco di sangue a causa delle percosse subite, ma tutti i sanitari affermarono l'opposto, dichiarando di non avere visto tracce di sangue[11]. Poiché Uva rifiutò di fornire i documenti e cominciò a urlare in piena notte (minacciando un residente che era sveglio e prendendo a calci e pugni il portone d'ingresso)[6] fu ammanettato e, nello stesso momento, arrivarono due auto della polizia che fermarono Biggiogero[6]: i due furono portati in caserma dove Uva fu trattenuto per alcune ore e, secondo Biggiogero che era con lui, fu vittima di pestaggio[4] dopo il quale venne trasferito presso l'ospedale di Varese dove, la mattina successiva, morì per arresto cardiaco. Ascolta l'audio registrato venerdì 14 novembre 2014 presso Varese. Quando non si vuole vedere non si può vedere. Giuseppe Uva, morto il 15 giugno ... Si celebra così un processo alla Corte d'assise di Varese. ... "Ilaria è stanca perché ha subito un processo al morto. Dopo essere stati portati in caserma, dove Biggiogero sostiene di aver sentito l’amico gridare mentre veniva interrogato (tanto da chiamare lui stesso il 118), i carabinieri richiederanno per Giuseppe Uva il trattamento sanitario obbligatorio all’ospedale di Circolo di Varese, dove è morto la mattina dopo. Inoltre i periti che esaminarono l'ano di Giuseppe Uva riferirono che era privo di lesioni e che la presenza di macchie rinvenute sui pantaloni indossati quella notte era dovuta alle emorroidi congeste che giustificavano perdite pregresse di sangue[11]. Angela, la nipote di Giuseppe Uva, ha accusato: “La legge non è uguale per tutti. Uva sarebbe ancora vivo, perché non si può morire per aver spostato una transenna e fatto un po’ di baldoria dopo una partita di calcio! Secondo i familiari, i lividi sul corpo dell'uomo sarebbero la prova delle botte subite e quindi del forte stress a cui era stato sottoposto. Il giudizio fu confermato l'anno successivo in appello[8]. I due si spostarono in una via vicino, mentre i due carabinieri misero a posto le transenne[6], ma successivamente iniziarono a trascinare un cassonetto in mezzo alla strada e i carabinieri chiesero i documenti per prendere le generalità[6]. Il 20 ottobre 2014 dopo sei anni dalla morte di Giuseppe Uva è partito un processo che vede sul banco degli imputati quegli agenti che lo hanno arrestato e tenuto in custodia quella notte. La famiglia della vittima ha sempre sostenuto che a causare la morte del 43enne siano state le percosse per mano delle forze dell’ordine mentre l’uomo era in custodia. Lo stesso genitore disse che, quando arrivò in caserma, non sentì urlare nessuno e smentì nuovamente il figlio quando questi negò di non aver raccolto il verbale d'arresto[6]. Il pm trascurò la denuncia dell’amico dell’uomo, interrogato poi in modo «aggressivo» Il trasferimento del pm Agostino Abat e alla sezione civile di Como è definitivo. 30-09-2017 23:55 Un Giorno in Pretura La notte dei lupi, Processo Uva (I)Un processo molto discusso e controverso, celebrato nella Corte d'Assise di Varese. Quanto ai lividi presenti sul corpo, tutti i periti hanno sostenuto che non sono tali da averne provocato la morte[6]. Il 31 maggio 2018 la Corte d'assise d'appello di Milano assolse gli imputati dal reato di sequestro di persona perché il fatto non sussiste e confermò nel resto la sentenza di primo grado, condannando le parti civili appellanti al pagamento delle spese processuali[1]. Il 14 giugno del 2008 muore in ospedale Giuseppe Uva, ricoverato per un trattamento sanitario obbligatorio 30-09-2017 23:55 Seconda parte del processo a due Carabinieri e sei Poliziotti accusati di aver provocato la morte di Giuseppe Uva il 14 giugno del 2008. Secondo il Gip la vittima venne percossa «da uno o più presenti in quella stanza, da ritenersi tutti concorrenti materiali e morali». https://milano.repubblica.it/cronaca/2016/04/15/news/processo_uva-137709038 Processo Uva: un processo molto discusso e controverso, celebrato nella Corte d'Assise di Varese. Secondo l'accusa, sostenuta dal pubblico ministero Agostino Abate, la morte di Uva sarebbe stata causata da un'errata somministrazione di farmaci, ma il Tribunale di Varese, nel 2012, lo assolse perché il fatto non sussiste[7]. La Corte di Cassazione ha confermato le sentenze di primo e secondo grado sulla morte di Per altre non c'è neanche un indizio di prova. Il processo contro i due carabinieri che eseguirono l'arresto e contro altri sei agenti di polizia ha assolto gli imputati dalle accuse di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona[1][2][3][4]. VARESE – Morte di Giuseppe Uva: la Corte Europea per i Diritti dell’uomo accoglie il ricorso presentato dai famigliari del 43enne. Secondo la tesi dell'accusa, la morte fu causata dalla costrizione fisica subita durante l'arresto e dalle successive violenze e torture subite in caserma. Alberto Bigioggero, che quella sera era con Giuseppe Uva, ha raccontato che uno dei carabinieri, quando li vide, disse: “Proprio te cercavo, questa notte non te la faccio passare liscia”. I gruppi neonazisti negli Stati Uniti hanno fatto molti più attentati dei terroristi islamici Lucia Uva, dopo la sentenza, commenta su Facebook: “Sempre più schifata! Ci siamo occupati di questo caso con Mauro Casciari, ripercorrendo con la sorella di Giuseppe, Lucia, le dinamiche di quella sera. In particolare sostennero di avere visto alcuni segni neri alle caviglie e sui testicoli, ma i responsabili della camera mortuaria sostennero che si trattava di sangue che si deposita sotto tutte le salme[6]. Footer. Caso Uva, 10 anni di inchieste e processi fra Varese e Milano. La Corte di Cassazione ha confermato le sentenze di primo e secondo grado sulla morte di Giuseppe Uva, 43enne di Varese morto dopo essere stato portato in caserma. Durante il processo per la morte di Giuseppe Uva aveva rivestito il ruolo di supertestimone, ma la sua deposizione, interrotta più volte, era apparsa spesso frammentaria e lacunosa. “Una sentenza sbagliata rimane sbagliata anche se confermata in Cassazione”, commentano i familiari di Uva presenti ieri in aula.