Il 20 marzo 1861 cessa di esistere il Regno delle due Sicilie. Ma tutto ciò sembrava così naturale, che nessuno se ne Venne istituita l’assistenza sanitaria per gli anziani e gli inabili; molti giovani furono avviati ad una professione e venivano loro insegnate varie arti oltre allo studio della grammatica e dell’aritmetica. Il movimento unitario nelle Due Sicilie pescava a piene mani nella borghesia meridionale: l'apporto di questa classe sociale fu importantissimo in quel periodo. Le scuole superiori, distinte in "Reali Collegi" e "Scuole Secondarie", erano situate nei capoluoghi di provincia e nelle città principali. Lo stesso studio sottolinea come nella seconda metà dell'Ottocento l'industria italiana avesse carattere principalmente artigianale[124] ed evidenzia come fosse concentrata a ridosso delle grandi aree urbane. Bisogna sottolineare d'altronde come la realizzazione di queste costruzioni fosse all'epoca difficoltosa, dato che le ferrovie campane (a differenza di quelle contemporaneamente costruite nell'area padana) dovevano giocoforza estendersi per grandi distanze in territori montuosi e geologicamente instabili prima di raggiungere le città della sponda adriatica e ionica[158]. Nel 1734, anno in cui Carlo di Borbone assunse il titolo di re delle Due Sicilie dopo l'epoca vicereale, le marine mercantili napoletana e siciliana versavano in pessime condizioni. 709, Agli inglesi il monopolio dello zolfo siciliano - 24 settembre 1816, Raffaele de Cesare, La fine di un regno (Napoli e Sicilia), S. Lapi, 1900, p. 11, Raffaele de Cesare, La fine di un regno (Napoli e Sicilia), S. Lapi, 1900, p. 12, Rivista Militare, Esercito delle Due Sicilie (1856-1859), Quaderno n. 8/57, R. de Cesare, La fine di un regno, Vol. I primati del Regno delle Due Sicilie. Il grosso delle importazioni dalla Gran Bretagna, infatti, era rappresentato da minerali di rame, ferro, lana, velluto e pesce secco e salato, ovvero merci sulle quali gravavano forti dazi; di conseguenza, il privilegio di cui godevano le navi inglesi favoriva il ricorso a tali battelli per gli scambi commerciali tra i due stati, incluse le esportazioni; anche per queste ultime, infatti, si registrò in quel periodo il primato dei vascelli anglosassoni[154]. Al momento dell'unità il tratto fino a Ceprano (al confine pontificio in direzione Roma) era quasi del tutto ultimato[158]. L'unica decisione presa da Lanza in quei giorni riguardò l'eliminazione dei posti di guardia a Palermo, rendendo così la città incontrollabile. 14, F. S. Nitti, Nord e sud, Torino, 1900 pag. Anche prima del '60 il Magliani osservava, che «i calcoli su la quantità di moneta circolante riescono sempre fallaci, quando da essi si voglian trarre risultamenti su la ricchezza o la povertà d'una nazione». Analoghi provvedimenti vennero presi per contrastare i problemi legati al dissesto idrogeologico, come per esempio la costruzione di canali artificiali, dell'Alveo comune nocerino e della rettifica del basso Sarno. Gli storici che si sono occupati dell'argomento hanno sottolineato come molti dei comuni rurali e dei villaggi del reame, specialmente quelli situati nelle aree montuose dell'entroterra, fossero nel 1860 ancora privi di collegamenti rotabili con il sistema viario nazionale (la relazione Massari del 1863 parla di 1.321 comuni su 1.848 nel Mezzogiorno continentale, la maggior parte dei quali situati in Basilicata, negli Abruzzi e nelle Calabrie[165]). 1, Lamberto Radogna, Storia della Marina Mercantile delle Due Sicilie (1734-1860), Mursia 1982, Cfr. Si faceva largo uso dei trasporti via mare: era impiegato un buon servizio postale su navi a vapore per raggiungere le isole e l'estero. I primati del Regno delle Due Sicilie. Le stragi dei Savoia. I maggiori guadagni permisero agli imprenditori agricoli di migliorare la qualità delle produzioni e di reggere la concorrenza estera (principalmente quella dei grani russi). Questi disagi, causati in primis dalla difficoltà nello spartire i terreni dei vecchi latifondisti nobili di provincia ancora legati alla rendita fondiaria, tuttavia erano compensati da una flessibile economia rurale che rendeva tutto sommato sopportabile anche la situazione economica dei contadini più poveri[92][93]. Primato. La reazione assolutistica, intrapresa da Ferdinando II per ristabilire l'ordine nel reame dopo le rivoluzioni del 1848, inaugurò nel Regno delle Due Sicilie quello che fu definito come un vero e proprio "decennio di immobilismo". Nel regno borbonico, come negli altri stati preunitari, l'agricoltura costituiva il settore predominante[84]. [61][62] Leopoldo Franchetti, nella sua celebre inchiesta sulle Condizioni economiche ed amministrative delle province napoletane pubblicata nel 1875, scriveva: «ad eccezione di poche città, vi trovammo un popolo confinato in un paese selvaggio, racchiuso nei suoi luridi borghi e nei campi circostanti, senza strade per allontanarsene, ignorante e laborioso, diretto da preti poco più civili di lui e da signori, una parte dei quali ignoranti quanto lui, ma più corrotti; i buoni in galera o sorvegliati o cacciati, segregati tutti dal resto d'Italia e d'Europa da un sistema di proibizioni commerciali, di passaporti e di esclusioni di libri». Sovente gli stessi proprietari di taverne, lungo le strade, fiutata una buona preda inerme, mettevano su prestamente uomini loro e ne formavano una piccola banda, la quale, bendandosi il volto e puntati i fucili contro i viandanti, gridava forte il tradizionale: faccia a terra e li spogliava d'ogni avere. Napoli e Castellamare inoltre avevano a disposizione la maggior industria navalmeccanica d’Italia. In un primo momento la rivolta vide la partecipazione massiccia dei popolani palermitani a cui seguì l'adesione della borghesia liberale, mossa soprattutto dalla volontà di ripristinare la Costituzione del 1812. Di carattere mite, il suo regno per quanto breve fu molto intenso, in quanto dovette far fronte prima a una sommossa scoppiata nel 3º Reggimento Svizzero a Napoli[33], poi dovette affrontare la spedizione dei Mille e la delicata trasformazione costituzionale del suo regno. I maggiori partner commerciali del regno erano Gran Bretagna, Francia ed Impero austriaco: il commercio estero del reame, per inciso, era caratterizzato dalla concentrazione di un gran numero di scambi verso pochi paesi. Napoli, con il funzionamento delle due ferrovie (quella dell'ingegner Bayard e la Regia) assunse un nuovo volto: i traffici si fecero più intensi e il movimento delle persone fu incrementato. Questo brusco cambio di regime fu uno dei principali motivi dell'indebolimento del Regno delle Due Sicilie nei convulsi giorni del 1860: le nuove istituzioni governative si ritrovarono in una situazione che richiedeva una risolutezza che mancò completamente in quei frangenti. Le università siciliane erano tre: quella di Palermo, quella di Catania e quella di Messina. I progressi in campo tessile furono testimoniati anche dalla Statistical Society di Londra agli inizi degli anni quaranta dell'Ottocento: il console della regina britannica, Gallwey, nell'ottobre del 1841 redasse un rapporto sull'efficienza delle fabbriche tessili del litorale tirrenico napoletano. Prima Cattedra di Economia al mondo; 1762. Tuttavia, i dati riportati da uno studio del 2010 della Banca d'Italia "tendono a confermare alcune delle ipotesi revisioniste"[124]: i dati esposti dimostrano come, nel 1871, l'indice di industrializzazione delle principali province campane e siciliane fosse allo stesso livello delle province del Triangolo industriale. L'inazione degli ufficiali superiori borbonici, a ragione o a torto sospettati di tradimento dai posteri, è però parzialmente spiegabile se si considera che in quel periodo, tra i vertici dei ministeri napoletani, era diffusa la convinzione che ci sarebbe stata una rapida reazione diplomatica da parte delle potenze straniere contro quella che a Napoli si considerava un'invasione del tutto illegittima o, più semplicisticamente, un atto di pirateria. 54, Gabriele De Rosa, Storia Contemporanea, Minerva Italica, Salvatore Bottari, Rosario Romeo e il Risorgimento in Sicilia: bilancio storico e prospettive di ricerca, Rubbettino 2002, pag. Il Regno delle Due Sicilie ereditava le secolari tradizioni dei regni di Napoli e Sicilia, ed il loro patrimonio culturale. Il 18 maggio 1844 fu inaugurata la diramazione da Torre Annunziata per Pompei, Scafati, Angri, Pagani e Nocera. Tuttavia, gli autori dello studio da cui si citano i dati sopraindicati, tengono a far notare come «le province sono meno omogenee delle regioni, e gli indici vanno valutati con maggiore prudenza», poiché, ad esempio, «gli indici per Napoli e soprattutto Livorno tendono a superare la media semplicemente perché le province erano piccole, con poca terra agricola, e dunque relativamente pochi agricoltori.»[126]. Questo sistema venne poi in parte ripreso dal servizio telegrafico del Regno d'Italia. Le capitali restarono due, ma mantenne la corte a Napoli. Regno delle Due Sicilie, quante cose di te si ignorano! NEL REGNO DELLE DUE SICILIE. Il settore industriale, anche se meno rilevante dell'agricoltura, costituiva un campo in via di sviluppo e venne sostenuto dal governo borbonico[95][96] attraverso politiche protezionistiche e incoraggiando l'afflusso di capitali stranieri nel regno[97]. In particolare si ricorda la grave decisione del generale Landi a Calatafimi di far ritirare i Cacciatori napoletani proprio nel momento di massima difficoltà per i Mille[41]. Con la caduta del governo costituzionale ed il ritorno all'assolutismo, però, anche la scuola del Regno delle Due Sicilie tornò ad essere gestita con «criteri da ancien régime e sotto il monopolio ecclesiastico». I PRIMATI del REGNO delle DUE SICILIE (Tratto da: "IL VOMERE" di Elio Sifola) Angelina Romano: la bimba fucilata quel 3 Gennaio del 1862. La costruzione di questa notevole infrastruttura iniziò con il completamento del tratto Sarno-Mercato San Severino, tramite la galleria dell'Orco (inaugurata nel 1858). Nel gennaio del 1848, con la riaffermazione di movimenti regionalistici risvegliati dalla recente crisi europea, il Regno delle Due Sicilie vide scoppiare una nuova insurrezione in Sicilia, avvenimento che innescò moti similari nel resto del reame e di conseguenza nel resto d'Italia, con risvolti decisivi per la successiva storia nazionale. Con decreto del 28 febbraio 1858 la circolazione dei francobolli fu estesa anche alle Poste Siciliane. Questa situazione contribuì a creare un terreno fertile al diffondersi di società segrete, che reclutavano adepti in larghi strati della borghesia del reame. Poi si fecero le paci in apparenza, ma in sostanza gli odi non si prescrissero. Il dato, poi, dovrebbe essere ulteriormente ridimensionato se si considera che molte merci trasportate, a mezzo di battelli napoletani, dai porti franchi di Genova, Livorno e Civitavecchia erano, in realtà, di provenienza estera e facevano scalo in quei porti esclusivamente per usufruire delle riduzioni daziarie[157]: così, ad esempio, dalla Toscana, oltre alla locale "vena ferrea", venivano importati principalmente prodotti coloniali[144]. Considerando i singoli porti, invece, quello di Napoli faceva registrare il tonnellaggio maggiore, mentre il porto di Procida era quello con il maggior numero di navi di grande stazza destinate alla navigazione di lungo corso. Palermo continuò ad essere considerata "città capitale" dell'isola di Sicilia.[4]. Dalle commissioni dipendevano le dogane, presso le quali dovevano essere registrate le imbarcazioni, e le marine di allestimento (queste ultime, che ammontavano a 91, distribuite lungo le coste dello Stato, erano siti in cui erano costruiti i natanti o, comunque, custoditi)[141]. La storia di un genocidio mai raccontato. [169], Tradizionalmente le spedizioni postali via terra avvenivano 4 volte alla settimana da Napoli per le regioni continentali (e viceversa) e sei volte per l'estero (confine pontificio). Dopo sanguinosi scontri, La Masa, al comando di un esercito popolare, riuscì a scacciare la luogotenenza generale e gran parte dell'esercito borbonico dalla Sicilia, costituendo un «comitato generale rivoluzionario». A partire dal 1845, con la stipula del Trattato anglo-napoletano, il privilegio britannico su dazi fu soppresso in applicazione dell'articolo 7 del trattato stesso. La rivoluzione siciliana scoppiò il 12 gennaio 1848 in Piazza della Fieravecchia a Palermo, capitanata da Giuseppe La Masa. A tal proposito bisogna ricordare che nel 1816 il governo britannico si era fatto concedere da Ferdinando I il monopolio dello sfruttamento dello zolfo siciliano[25] a prezzi molto bassi (va ricordato che lo zolfo era una materia d'importanza strategica per l'industria del tempo). E li chiamarono briganti (film) Lo stemma del Regno. Nei primi mesi del 1860 partirono dall'Isola accorati appelli a Garibaldi affinché si mettesse alla testa di una nuova rivoluzione siciliana. A questo trend negativo resistettero solo alcuni tra i maggiori armatori napoletani, della penisola sorrentina ed i Florio in Sicilia (grazie al sostegno dei parlamentari siciliani). Sito di informazione culturale sul Regno delle due Sicilie. Il tutto solo un anno dopo la morte di Ferdinando II, avvenuta quando questi aveva solo 48 anni, mentre Francesco si è trovato inaspettatamente sul Trono alla giovane giovane età di 23 anni. Queste industrie tessili, dotate di stabilimenti meccanizzati, avevano in quell'epoca potenzialità superiori a quelle presenti nel distretto di Biella (che successivamente diventerà il principale polo tessile italiano)[109]. La fondiaria, con gli addizionali, saliva tra noi a circa 35 milioni, mentre in Piemonte non dava più di 20; così anche per le dogane, che avevano cinto il Regno d'una immensa muraglia, peggio che nel medio evo, quando almeno ora Pisa e Venezia ora Genova e Firenze avevano quaggiù grazia di privilegi e di favori. A fiaccare lo spirito combattivo delle altre truppe dell'esercito napoletano valse anche un proclama di re Ferdinando che, al seguito degli austriaci, invitava a deporre le armi e a non combattere «coloro che venivano a ristabilire l'ordine nel Regno». L'altro obiettivo era quello di evitare pendenze eccessive, dato che anche minime variazioni di pendenza avrebbero reso estremamente difficoltoso il transito ai mezzi di trasporto a trazione animale in uso all'epoca. Appena insediatosi Lanza apprese della ritirata di Landi a Calatafimi senza prendere nessun provvedimento atto a contrastare l'avanzata di Garibaldi, che poteva fare affidamento ora anche su migliaia di siciliani organizzati in bande armate. Primo Codice Marittimo del mondo Raffaele de Cesare, nella sua opera La fine di un Regno, giudicò così le conseguenze dell'annessione: «…La vita delle province del continente napoletano, col suo male e col suo bene, rispondeva ad una condizione sociale e morale, storica ed economica, che poteva venirsi modificando via via, ma non era lecito mutare di punto in bianco. [54] I sindaci (Decurioni) dovevano provvedere (assieme agli Intendenti di Provincia ed ai vescovi) a comporre una terna di insegnanti per le scuole primarie, che si cercò di collocare in tutti i comuni del reame in strutture preesistenti (soprattutto presso monasteri soppressi). I campi che accesero la miccia delle rivalità furono soprattutto l'istituzione di una Guardia Nazionale e del suffragio universale, entrambe sostenute soprattutto da Pasquale Calvi, membro democratico del governo. Nel 1816 fu creata anche una Cassa di Sconto, a favore del commercio e dell'industria. È da ricordare infatti che il metodo più usato per viaggiare all'interno delle Due Sicilie era quello delle corse postali, che quindi contemplavano anche il trasporto di passeggeri.[169]. Di grande importanza economica era in particolare la Regia Strada delle Puglie (oggi suddivisa in SS 7 bis, SS 90, SS 16, SS 100 ed SS 7 ter), che collegava la Campania alla costa pugliese[161]. Così, tra il 1825 ed il 1855, si registrò una forte crescita della marina mercantile, tanto da risultare raddoppiata rispetto al 1824. 1754: Prima Cattedra d’Economia, nel mondo, affidata a Napoli ad Antonio Genovesi. Nel 1845, il governo di Napoli concesse a diverse produzioni francesi consistenti riduzioni daziarie: le importazioni dalla Francia si mantennero su valori intorno ai 5 e i 6 milioni di ducati, per, poi, aumentare nel biennio 1856-58, quando lo Stato d'oltralpe si attestò come principale fornitore delle Due Sicilie[155]. Il 1º maggio 1841 la ferrovia "Bayard" raggiunse Torre del Greco ed il 1º agosto 1842 venne inaugurato il tronco ferroviario per Torre Annunziata e Castellammare di Stabia. Importanti erano anche le colonie agricole nate per volontà reale: la più illustre, la Reale tenuta di Carditello in Terra di Lavoro, serviva anche da centro sperimentale per colture e produzioni innovative. Bullettino delle leggi del Regno di Napoli, Napoli 1807-1815, pag. Furono aperte biblioteche, accademie culturali (la più famosa l’Ercolanense, fondata nel 1755) e il Gabinetto di Fisica del Re ed erano organizzati frequenti congressi scientifici; i lavoratori del mondo dello spettacolo erano tutelati dal punto di vista previdenziale. Nel settore metallurgico si ricordano le officine Lindemann (fondate da Guglielmo Lindemann a Salerno nel 1836) situate a Bari dal 1850, che, oltre alla produzione metallurgica (lavorazioni dello zolfo, gasometri, macchine agricole, infissi per grandi edifici, caldaie e motori navali), assunsero anche il ruolo di fabbrica agro-chimica nei processi di estrazione degli olii e nella fabbricazione di saponi. Seguirono 3 giorni di aspri combattimenti per le vie cittadine, in cui le truppe borboniche furono più volte sul punto di sopprimere le improvvisate difese rivoluzionarie. Inoltre furono ampliati ed ammodernati quasi tutti i porti delle Due Sicilie, tra cui quello di Napoli (in cui fu costruito nel 1852 il secondo bacino di raddobbo in muratura italiano dopo quello di Genova[130][131]), furono costruiti nuovi porti (come quello di Nisida e di Bari) ed istituite nuove scuole nautiche ed ospedali. Se le leggi politiche dovevano essere uguali per tutto il paese, le leggi organiche dovevano tener conto della storia e della geografia: due cose le quali non si possono offendere impunemente». Il breve periodo che vide il Regno sotto la guida del governo costituzionale (febbraio-maggio 1848) accese ancora una volta speranze di riorganizzazione dello Stato e della scuola in senso liberale, e dunque di tornare ad un sistema di istruzione pubblica. 22 province, 76 distretti, 684 circondari, conquista militare del Regno di Napoli e del Regno di Sicilia, Storia del Regno delle Due Sicilie nel 1848, Storia del Regno delle Due Sicilie nel 1860, sommossa armata per il giorno 4 aprile 1860, Suddivisione amministrativa del Regno delle Due Sicilie, Real Collegio di Musica di San Pietro a Majella, Cantiere navale di Castellammare di Stabia, Reale Opificio Meccanico e Politecnico di Pietrarsa, Storia delle ferrovie nel Regno delle Due Sicilie, http://www.radici-press.net/perche-il-regno-delle-due-sicilie-si-chiamo-cosi/, http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2012/01/10SIT2207.PDF, Regno Delle Due Sicilie: Il Confine Tra Regno Delle Due Sicilie E Stato Della Chiesa, Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti, Elenco di saggi de' prodotti della industria napolitana presentati nella ... - Google Libri, Rapporto letto al Real Istituto d'incoraggiamento alle scienze naturali - Francesco Cantarelli - Google Libri, Studi Statistici Sull'Industria Agricola E Manifatturiera Della Calabria ... - Luigi Grimaldi - Google Libri, Speciale TG1 - Ricchezza in Calabria - Unità d'Italia - YouTube, http://www.treccani.it/enciclopedia/vincenzo-florio_(Dizionario_Biografico)/, L'impresa agro-industriale: una economia urbana e rurale tra XIX e XX secolo - Ornella Bianchi - Google Libri, Gli archivi d'impresa in Sicilia: una risorsa per la conoscenza e lo ... - Google Libri, http://www.150anni.it/webi/index.php?s=37&wid=103, Comune di Napoli - Cultura - I segreti del Palazzo - Aneddoti e curiosità - l'orologio di città, Linea di successione al trono delle Due Sicilie, Ministri dell'interno del Regno delle Due Sicilie, Ministri di grazia e giustizia del Regno delle Due Sicilie, Presidenti del Consiglio del Regno delle Due Sicilie, Antiche unità di misura del circondario di Napoli, Chiesa cattolica nel Regno delle Due Sicilie, Elenco alfabetico delle Province, Distretti, Circondari, Comuni e Villaggi del Regno delle Due Sicilie, Partenza della spedizione dei Mille da Quarto, Plebiscito delle province siciliane del 1860, Plebiscito delle province napoletane del 1860, Brigantaggio postunitario e rivolte in Sicilia, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Regno_delle_Due_Sicilie&oldid=118848874, Template Webarchive - collegamenti all'Internet Archive, Voci con modulo citazione e parametro pagina, Voci con modulo citazione e parametro pagine, Errori del modulo citazione - citazioni che usano parametri non supportati, Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Unione dei regni di Napoli e di Sicilia dopo il, Nobiltà, clero, borghesia, cittadini, popolo. La ricchezza di testimonianze archeologiche (il cui esempio più eclatante erano gli Scavi archeologici di Pompei, riorganizzati alla fine degli anni cinquanta dal celebre archeologo Giuseppe Fiorelli) diede vita ad uno dei musei archeologici più importanti del mondo, il Museo archeologico nazionale di Napoli, allora chiamato "Real Museo Borbonico". Era infatti nato il 16 gennaio 1836 primogenito di Ferdinando II e della sua prima moglie Maria Cristina di Savoia (di cui, c… In particolare, tra il 1834 ed il 1860, fatta salva una interruzione avutasi nel quinquennio 1851-1855, tale crescita fu costante[137]: nelle province continentali, si passò dalle 5.328 unità per 102.112 tonnellate del 1834 alle 9.847 unità per 259.917 tonnellate del 1860, con un incremento del 148,80% per le unità ed un incremento del 254,50% per il tonnellaggio. [70] Le rivolte del 1848 segnarono una battuta d'arresto per i traffici del regno, tuttavia dopo qualche anno la marineria delle Due Sicilie riprese la sua crescita. Analisi: checché ne dicano i neoborbonici, le Due Sicilie erano un paese arretrato. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 23 feb 2021 alle 15:02. Il Regno poteva vantare il maggior complesso industriale metalmeccanico d’Italia, grazie soprattutto alla ferriera di Mongiana, allo stabilimento Ferdinandea e all’opificio ferroviario di Pietrarsa, il quale dava lavoro a 1125 operai, fu visitato dallo zar Nicola I e da papa Pio IX., fu voluto da Ferdinando I affinché il Regno non dipendesse da nessun altro Paese ed è lo stabilimento furono prodotti i primi treni a vapore, rotaie e un’immensa statua di Ferdinando II, ancora oggi conservata nel museo nazionale ferroviario. Un mese dopo, il 15 giugno, si tennero nuove elezioni ma gli eletti furono in gran parte quelli della passata elezione. Art.5 - I fondi, e rendite finora feudali saranno, senza alcuna distinzione, soggetti a tutti i tributi. 86, Mauro Musci, Storia civile e militare del Regno delle Due Sicilie dal 1830 al 1849, Napoli 1855, Vol.